SITUAZIONE ATTUALE

E’ quasi impossibile riferirsi alla realtà colombiana senza collegare, almeno in parte, la continua onda di violenza che si abbatte sul Paese, alla massiccia sollevazione popolare che sta mettendo sotto sopra molti Paesi del centro e sud America tra cui il Cile, considerato un modello neo-liberale di eccellenza. Sulle strade di Haiti, Ecuador, Bolivia, Perù, Nicaragua, Guatemala la gente si è riversata per chiedere giustizia, equità sociale, rispetto dei Diritti fondamentali.
La risposta è stata la stessa: repressione, tortura, morte.
Anche in Colombia la violenza è continua. La strage del 29 ottobre nel Dipartimento del Cauca nel sud del Paese, per mano di un gruppo armato illegale, ha causato la morte di 4 guardie indigene e della leader della comunità indigena Nasa, Critina Bautista.

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SITUAZIONE ATTUALE

Alla fine di settembre si è tenuta a Washington la 173esima sessione della Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH). Diverse organizzazioni che si occupano di Diritti Umani hanno presentato un rapporto dettaglio sull’aumento delle minacce contro i leader sociali e i difensori dei Diritti Umani in Colombia. Secondo il Centro di Giustizia Internazionale (CEJIL), nel primo semestre del 2019, sono già state registrate 477 minacce contro leader sociali e difensori in tutto il Paese.
Il fenomeno in Colombia, hanno denunciato le Associazioni, segue crescendo con cifre allarmanti e ogni tre giorni almeno un leader viene assassinato. Secondo Viviana Krsticevic, direttrice del CEJIL “l’aumento delle minacce è stato esponenziale e progressivo, senza alcuna risposta da parte dello Stato colombiano”.

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SITUAZIONE ATTUALE

Ad agosto è trascorso un anno dall'elezione del nuovo Presidente Ivan Duque e in Colombia è tempo di bilanci. Sono diversi gli analisti che riportano quanto, in materia di implementazione degli Accordi di Pace e Difesa dei Diritti Umani, gli impegni e i risultati del governo siano alquanto deludenti. Solo per citare alcuni temi: dalla firma dell’Accordo di Pace nel 2016, secondo il partito della FARC, sono stati uccisi 180 ex guerriglieri e loro familiari. Diverse organizzazioni, tra cui la Croce Rossa e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite, hanno denunciato come il proliferare di questi gruppi armati illegali nel territorio rappresenti una seria minaccia per la costruzione della pace; gravi mancanze sono state denunciate anche rispetto ai programmi di sostituzione delle coltivazioni illecite. INDEPAZ denuncia come il 50% degli ettari sottoposti a eradicazione forzata, senza gli appoggi e gli incentivi previsti dagli Accordi, sia stato riseminato a coca, mentre il governo Duque propone soluzioni obsolete come le fumigazioni aeree, nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzionale sui pericoli per la salute.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il bilancio della costruzione della pace in Colombia durante il primo anno di Governo Duque è negativo.
Lo conferma il report dell'International Crisis Group uscito in questo mese: “Con il campo ancora devastato dalla violenza, le coltivazioni di coca in aumento e la crescita di gruppi armati (incluse fazioni dissidenti delle FARC, la guerriglia dell’ELN e organizzazioni di narcotrafficanti) il Governo dovrebbe investire più tempo e risorse nell’implementazione delle riforme rurali stipulate nell’Accordo di Pace”. Nonostante ciò la situazione potrebbe essere peggiore se non fosse per la pressione della Comunità internazionale e dei settori sociali e politici che difendono l’Accordo di Pace.
L’Europa continua a credere nella pace in Colombia come dimostra la donazione di due milioni di euro per rafforzare la Unidad Especial de Investigación creata alla luce dell’Accordo di Pace tra FARC e Governo colombiano.

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SITUAZIONE ATTUALE

“La Colombia deve implementare immediatamente l’Accordi di Pace”. Il giorno 4 giugno, esperti del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU hanno chiesto alle autorità colombiane il compimento delle garanzie per gli smobilitati delle FARC, sancite nell’Accordo di Pace, dopo l’assassinio di un altro ex combattente. Non si arrestano nemmeno in questo mese in Colombia le uccisioni dei leader sociali. Ha destato forte commozione quel bambino di 9 anni che gridava impotente, colpendo a calci le pareti, mentre di fronte a lui si trovava, steso a terra, il corpo della madre. Maria del Pilar Hurtado, 36 anni, è stata assassinata il 21 giugno. Aveva quattro figli e due di loro erano presenti nel momento in cui le pallottole hanno messo fine alla vita della madre. Il crimine, avvenuto a Tierralta, regione di Cordoba, ha suscito molta indignazione in Colombia e nella comunità internazionale. La Commissione di Pace del Congresso è giunta a Tierralta per alcune riunioni incontrando la popolazione intimorita: “La forza pubblica non ha nessun tipo di potere in questi territori di fronte al paramilitare della “quadra” […] denuncia un integrante della Red Nacional de Iniciativas Ciudadanas por la Paz y contra la guerra (REDEPAZ).

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