SITUAZIONE ATTUALE

In attesa dell’insediamento, il prossimo 7 agosto, del nuovo Presidente della Colombia Ivan Duque, continuano senza tregua gli omicidi di leader sociali, e Difensori dei Diritti Umani. A tal riguardo riportiamo l’articolo “Homicidios de lìderes: ataque a la democracia” di Alberto Brunori (*), rappresentante ONU per i Diritti Umani a Bogotà.
“Attaccare le persone che difendono i diritti umani è attaccare la democrazia. La propagazione degli attacchi conto le persone che esercitano la difesa dei diritti è un sintomo grave dello stato di cose in Colombia: dimostra intolleranza, produce paura, limita e annulla le libertà di pensiero e di espressione e, quel che è peggio, mostra come la violenza si impone, in molti luoghi, come un mezzo di controllo sociale. L’impunità che circonda questi attacchi aggrava la situazione, posto che, di fronte all’assenza di sanzioni ufficiali, l’ammonimento sociale si riduce e la violenza trova giustificazione. Il contesto di protezione internazionale protegge l’attività di difesa dei Diritti Umani, che può essere realizzata da qualsiasi persona, tanto in modo regolare che sporadica.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il nuovo Presidente della Colombia è il candidato del centro destra, Ivan Duque che, domenica 17 giugno 2018, ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali con il 54,07 per cento dei voti, contro il 41,7 ottenuti da Gustavo Petro candidato della sinistra radicale.
Le posizioni espresse dai due candidati durante la campagna elettorale rappresentano due visioni totalmente opposte di come progettare il presente ed il futuro del Paese. Da un lato Ivan Duque ha in più occasioni annunciato di voler modificare alcuni dei contenuti degli Accordi di Pace come ad esempio non permettere la partecipazione politica degli ex membri delle FARC prima che compaiano di fronte alla JEP (Giurisdizione Speciale per la Pace) ed evitare che i militari vengano giudicati attraverso la stessa giurisdizione ma secondo la giustizia penale militare. Anzi, come commenta Uprimny, membro della organizzazione Dejusticia, l’annuncio del nuovo Presidente di voler rafforzare e dare più indipendenza alle forze militari, preoccupa molto le varie organizzazioni che difendono i Diritti Umani. All’agenda di Duque si aggiunge poi una sempre più ampia apertura al mercato libero e agli investimenti stranieri.

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SITUAZIONE ATTUALE

La tragedia annunciata e descritta nel report dello scorso aprile, riguardo al mega progetto della idroelettrica di Ituango tra le regioni di Antioquia e Cordoba, si è trasformata in una corsa contro il tempo per 1500 operai, nel tentativo di terminare un muro alto almeno 410 metri per impedire che le acque del fiume Cauca inondassero ed irrompessero sulla diga ancora in costruzione, spazzandola in pochi minuti. La diga è espressione di un’opera pubblica le cui basi sono state gettate, da quanto emerso in questi anni da investigazioni della Magistratura e non solo, sulla corruzione, sulla probabile mano nera dei gruppi neo paramilitari, su interessi privati di politici, tra cui sembra lo stesso Alvaro Uribe e l’ex governatore di Antioquia, Fajardo, in corsa per la Presidenza; a questi fattori si aggiungono poi l’assoluta negazione di tutti i precedenti studi geologici ed ambientali che indicavano la non fattibilità e pericolosità di tale opera.

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SITUAZIONE ATTUALE

“Colombia se raja en derechos humanos” (Colombia si incrina sui diritti umani). E’ questo il titolo di un documento presentato a inizio mese a Bogotà e redatto grazie al contributo di 500 organizzazioni sociali, sulla situazione dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario in Colombia tra il 2013 e il 2017. Il documento verrà consegnato alle Nazioni Unite all’interno dell’esame periodico universale che si terrà a maggio a Ginevra. La lenta implementazione degli Accordi di Pace, la possibile impunità di fronte alle gravi violazioni dei Diritti Umani a causa del differente trattamento di pena riservato agli agenti dello Stato, la persistenza del paramilitarismo, il dramma vigente dello sfollamento forzato a causa dell’espansione e riconfigurazione territoriale di gruppi paramilitari, guerriglia dell’ELN e EPL, gruppi dissidenti delle FARC e altri gruppi con diversa denominazione, il reclutamento e l’utilizzo di bambini e adolescenti nel conflitto armato, le esecuzioni extragiudiziali (nel 2015 si sono documentati 65 casi) e le aggressioni ai Difensori dei Diritti Umani (tra 2013 e 2017 si sono registrati almeno 276 assassinii) sono solo alcuni dei punti trattati nel documento.

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SITUAZIONE ATTUALE

L’11 marzo si sono svolte in Colombia le elezioni legislative (per rinnovare Senato e Camera) che precedono quelle Presidenziali in programma a maggio.
La Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune (FARC), partito politico sorto dopo la smobilitazione dei guerriglieri delle FARC, ha partecipato per la prima volta alle elezioni dopo la firma dell’Accordo finale di Pace con il Governo colombiano.
Alla FARC sono stati assegnati 10 seggi, 5 per ciascuna camera secondo quanto pattuito all’Avana.
L’astensionismo ha superato il 50% tra gli aventi diritto al voto, mentre i brogli elettorali e la compra di voti sono stati denunciati, tra i tanti, anche in vari video pubblici.
I partiti conservatori hanno ottenuto il maggior numero di seggi senza però raggiungere la maggioranza; per quanto riguarda l’altra parte politica, Aida Avella, sopravvissuta al massacro di quasi 5000 dirigenti politici della Unión Patriotica (la Corte Interamericana ha condannato lo Stato colombiano come responsabile di “genocidio”), ha ottenuto l’ingresso alla Camera, mentre Ivan Cepeda, senatore del Polo Democratico e difensore dei Diritti Umani, è stato riconfermato al Senato.

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