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Da qualche giorno al campo sono finiti i festeggiamenti per l’Aid Kabir, una festa che per i musulmani è molto importante. Le famiglie del campo, sopratutto i bimbi e le bimbe, l’hanno aspettata con ansia, parlando di vestiti nuovi da prendere per l’occasione, dei dolcini che avrebbero mangiato, delle grandi cene insieme.
La sera prima eravamo fuori con la chitarra a cantare “Bukra fii l’Aìd”, domani c’è la festa.
Poi la mattina del primo giorno di Aìd ci siamo svegliati con il chiasso, tutti erano nel cortile del campo, contenti del vestito nuovo, o perlomeno chi ha potuto permetterselo, e delle caramelle. Erano tutti così sereni, così allegri. L’aria di festa per tre giorni ci ha dato la sensazione che un poco di normalità potesse esserci pure qui, in un campo di tende in cui ogni due giorni manca l’acqua e i bambini giocano lanciando pietre, e che almeno il diritto a festeggiare fosse concesso.