Palestina/Israele

M. parte con L. la mattina presto (6.45) per andare alla collina da dove vedono i bambini che vivono dall’altra parte dell’insediamento dei coloni.  L’esercito non vuole arrivare in tempo, in quanto, dopo 5 chiamate all’ufficio, arrivano dopo un’ora.    Cosi’ M. e L. si beccano 30 minuti di pioggia fine e fitta, ed un vento freddo che taglierebbe anche la mortadella, senza impermeabili o simili. Quando erano partiti le nuvole erano lontane, sull’orizzonte.
La pioggia sembra smettere ed io e la D. andiamo con un pastore, vicino all’insediamento. Alche’ ci chiama uno del villaggio dicendo che in una casa tra Hebron e Yatta erano entrati 15 soldati, ed evacuato la famiglia di 21 persone in cantina.  Questo la mattina del giorno prima.

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Palestina/Israele

4 dicembre 2005

Ci sono
Sono in tanti
Una sei tu

Molti si nascondono di notte ‘per paura degli automobilisti’
Altri no
Agiscono
Parlano
Sperano
Nonostante la profondita’ del mare, ‘come è profondo il mare’

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Palestina/Israele

1 agosto 2005

At Twani- Sono le venti e trenta, abbiamo appena finito di mangiare. Alcuni bambini ci vengono a chiamare perché all'entrata del villaggio ci sono i soldati. Di corsa ci prepariamo e c'incamminiamo verso l'entrata del paese. Sulla strada sterrata incontriamo dei palestinesi in una macchina ferma a luci spente che aspettano il passaggio. Sono due palestinesi che stanno ritornando a casa.

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Israele/Palestina
UN GIORNO DI ORDINARIA INGIUSTIZIA
30 luglio 2005

L´appuntamento è per questa mattina alle 9.00 alla stazione di polizia israeliana di Kiriat Arba in Hebron...ieri infatti abbiamo assistito all´ennesimo scontro tra coloni e pastori palestinesi, avevamo filmato ciò che era accaduto, verso le 19 siamo arrivati alla stazione di polizia , ma dopo un´ora non eravamo riusciti a fare la denuncia perché nessun detective parlava inglese e così avevamo atteso per altre 3 ore che i due pastori palestinesi completassero la loro denuncia e, assicurateci che fossero rientrati nel loro villaggio, (per un palestinese infatti andare dalla polizia israeliana non significa essere tutelato ...anzi), avevamo preso appuntamento per il giorno dopo, alle  9 appunto! Quindi eccoci qui! A dire il vero sono le 8.45 perché non si sa mai..... meglio essere puntuali ! La stazione di polizia ha due ingressi, uno per i coloni, situato ai margini dell´insediamento ebraico, ed uno nella parte palestinese della città. Il primo, chiuso da una sbarra, mostra un lungo viale alberato, con fiori che abbelliscono le case che lo costeggiano e cinque o sei persone deputate a far entrare ed uscire la gente...l´altro è alla fine di una ripidissima strada chiusa. E lì che ci troviamo. Tutt´intorno ci sono cumuli di macerie ed immondizie, il cancello mostra tra le grate il metal detector, una telecamera punta il suo occhio in un piccolo pertugio dove a fatica passa una mano, la mia mano che deve digitare un numero a seconda del servizio che mi occorre. In un avviso sbiadito si legge :" gentili cittadini"....e poi le istruzioni....nella torretta all´interno , quella dove ci dovrebbe essere sempre qualcuno di guardia, non c´è nessuno. Ho seguito le istruzioni, nessuno ha risposto... fa niente, ci sediamo per terra ed aspettiamo. Il sole è già alto, il cielo terso...penso che farà molto caldo oggi...per fortuna la polizia ha pensato bene di mettere all´interno della grata un distributore d´acqua...sì, proprio uno di  quelli per cui serve infilare due dita tra le maglie della rete , schiacciare la levetta e sperare di avere buona mira ..così l´acqua piuttosto sporca spegnerà la sete. Sono le 9.00, un ragazzo palestinese arriva all´ ingresso...anche lui segue le istruzioni ..ma niente. Decido così di chiamare l´ufficio di polizia...che sciocca, perché non farlo prima? Chissà, se hanno detto alle 9, forse  prima l'ufficio non era ancora aperto....L´ufficiale che riceve la mia chiamata mi assicura che ci aprirà..."welcome" , " benvenuti", mi dice...che sollievo.
.. Sono le 9.10, un altro ragazzo palestinese si aggiunge al gruppo in attesa...lui alla stazione di polizia ci lavora come imbianchino...bene, chissà che non ci facciano entrare tutti! Sono le 9.40 , l´imbianchino è riuscito a farsi aprire da un compagno di lavoro, che, scortato da un poliziotto, lo ha fatto passare. Cerco di chiedere al gendarme perché non possiamo entrare , ma parla solo ebraico...Richiamo l´ufficio, un altro ufficiale mi risponde che il detective non è ancora arrivato...dobbiamo aspettare fuori..."perché´ fuori?" chiedo, abbiamo un appuntamento e ci sono altre persone qui e il sole brucia..."non vedo nessuno mi risponde! "..eh già, la telecamera riprende solo il punto dinanzi ai numeri da digitare, che forza! Nel frattempo sono arrivati altri due palestinesi...niente di nuovo sotto il sole...fa solo più caldo, molto più caldo. Sono le 10 e 10, richiamo l´ufficio ma nessuno risponde. Continuiamo a fare due chiacchiere con i palestinesi in attesa...che strano sono tutti qui perché devono pagare una multa per non avere messo le cinture di sicurezza. Finalmente arriva un poliziotto, ci guarda, scambia due parole in tono sgarbato con i palestinesi e se ne va. Sono le 11.00 richiamo l´ufficio e chiedo se il detective è arrivato..." certo che è arrivato, ma siete ancora fuori?", mi chiede stupito l´ufficiale? "Sì", rispondo, "sono più di due ore che aspettiamo"..."ora vi apriamo " welcome!", continua lui. Sono le 11.40 e... siamo ancora  fuori!
" A quanto ammonta la multa che dovete pagare?", chiedo  ad uno dei  palestinesi..."400$"mi risponde,...scusa forse non ho capito bene, hai detto "quattrocento dollari!? ", "sì" , mi conferma... certo un israeliano paga 60 shekel (10 euro) per questa infrazione, ma noi se rivogliamo indietro il tagliando per guidare la macchina, il quale ci viene sottratto finché non paghiamo la multa, dobbiamo sborsare tutti questi soldi. Ma ecco che  arriva un ufficiale, almeno adesso i palestinesi potranno entrare... non è così.
L'ufficiale con un tono aggressivo invita i palestinesi a far passare le banconote attraverso le grate, conto migliaia di schekel... I palestinesi non dicono una parola, infilano il denaro che finirà per essere spartito tra i poliziotti. Poi, consegnato tutto il denaro, aspetteranno ancora finché il poliziotto non ritornerà per restituire loro il tagliando di guida... la ricevuta dell´avvenuto pagamento è inutile chiederla.. "E tu, come mai non hai pagato"?, chiedo ad uno dei palestinesi..."L'ufficiale mi ha detto che oggi è molto impegnato... devo tornare domani.. . "mar´rsalaami...!", "Arrivederci!" rispondo anch´io. E´ mezzogiorno, siamo rimasti in quattro, due palestinesi stanno ancora aspettando il tagliando...uno di loro ci dice di provare ad entrare dalla parte dei coloni...siamo perplessi, entrare dall´altra parte significa avere una via "privilegiata" che i palestinesi non hanno e significa anche correre il rischio che i palestinesi ci scambino per coloni e neanche questo è bene...i palestinesi insistono...andate di là, qui non vi faranno entrare". Un po´ a malincuore seguiamo il consiglio, qualche decina di metri prima di arrivare al confine tra la parte palestinese e l´insediamento, alcuni palestinesi si agitano al nostro passaggio, i bambini in strada si nascondono e i più piccoli cercano rifugio spaventati tra le braccia della mamma...ci hanno scambiato per coloni...rivolgiamo loro un sorriso e qualche parola in arabo  ed in inglese che riporti serenità nei loro volti. Attraversiamo il viale alberato senza problemi, entriamo nella stazione di polizia. Sono le 12.30, ci dicono che il detective è a pranzo. Ci sediamo per terra perché l´ufficio è chiuso.
Sono le 13.00,  arriva il poliziotto il quale ci spiega che non è lui la persona che stiamo aspettando, ma che questi arriverà alle  due o forse alle tre del pomeriggio.... Aspettiamo, aspettiamo...  continuo a ripensare a tutto quel denaro, a quelle mani avide, allo sguardo di disprezzo dell´agente, all´ingiustizia, al potere...all´attesa per ore sotto al sole...all´impossibilità per i palestinesi di  vedere rispettati i fondamentali diritti... Sono le 14.00 il detective finalmente è arrivato, completiamo la nostra denuncia ed usciamo dalla stazione di polizia dalla parte palestinese...sono le 16 e 30. Ci mettiamo in viaggio per raggiungere il villaggio di Tuwani, da dove siamo partiti ieri per fare questa denuncia.
Sono le 17 e 40 e finalmente siamo di nuovo a Tuwani, ma nuovi scontri stanno avvenendo proprio ora tra pastori palestinesi e coloni... ci incamminiamo per raggiungerli cercando di filmare ciò che accade...forse più tardi saremo di nuovo a Kiriat Arba per una nuova denuncia o forse  dovremmo andarci domani mattina...  sarà un nuovo giorno di ordinaria ingiustizia?!

M.

Israele/Palestina
"INCH'ALLAH"... A DIO PIACENDO...
29 luglio 2005

La vita qui prosegue come sempre, incerta, perché ogni giorno non sai mai cosa potrà accadere... la stagione è molto calda, il sole giù a At-Tuwani picchia inesorabile ed è davvero faticoso uscire con le pecore, ma per i palestinesi , a parte il povero pascolo delle capre, non è rimasto nulla da fare ormai... il grano è  stato raccolto, così come i ceci e le lenticchie.
Quando usciamo con loro ancora troviamo del veleno, lo stesso che fu sparso dai coloni a Marzo e che causò la morte di decine e decine di pecore, di alcune gazzelle, di cicogne e altri animali selvatici; l´acqua dei pozzi si è abbassata notevolmente ed è molto sporca ..ogni volta con il secchio tiriamo su di tutto. La perdita degli animali a causa del veleno ha segnato il villaggio di At-Tuwani e quelli limitrofi in modo duro...questa zona è la più povera della West Bank ( Palestina)...come non bastassero le già   difficili condizioni di vita di questa gente, l´impossibilità di vendere le pecore malate, l´impossibilità di bere il latte e tutti i prodotti caseari  derivati, si è trasformata in una perdita economica enorme che renderà   incerta la possibilità di acquisto di mangimi e sementi necessari per il prossimo anno di semina. E´ inutile nascondere che  sicuramente la gente dei  villaggi avrà mangiato e bevuto  la carne ed il latte avvelenato non avendo  avuto altra possibilità...le conseguenze per gli esseri umani si possono  avere anche a lunga distanza e comprendono anche la sterilità. Il veleno  usato è addirittura bandito dal `67  dallo stesso governo israeliano, ma evidentemente...... La scuola è finita, così non saliamo più ogni giorno sulla collina per controllare il passaggio dei bimbi di Tuba verso la scuola di At-Tuwani scortati dai soldati...tragica normalità per bambini che hanno perso il sapore dell´infanzia nel correre dietro ad un hammer , cercando di stare al passo con la propria " difesa" o ad un mezzo militare che corre troppo veloce per loro o al passo di un soldato che conosce il ritmo di marcia ma non quello della vita libera. Il paesaggio  è mutato in questi mesi passando dal verde brillante del grano appena nato al giallo oro del grano maturo, per lasciare ora solo  il posto al marrone e arancione della  terra riarsa, che lascia spuntare da ogni parte bianche pietre e sassi  infiniti...spigoli...i coloni sono sempre pronti ad attaccare la gente, a  spaventare i pastori quando sono in luoghi isolati e lontano dagli occhi  degli internazionali o di altri palestinesi ...spigoli... I tentativi di  ottenere risarcimenti o aiuti di altro tipo continuano a cadere nel vuoto,  la gente è stanca di sperare...è meglio pensare alle cose di oggi...c´è il  pane da cuocere sui sassi ardenti e ricoperti di cenere, l´acqua da portare  con pesanti secchi appoggiati sopra la testa e magari con il bimbo più   piccolo in braccio, il riso da cuocere, le pecore da far pascolare, qualche  gallina da accudire per le preziose uova che può offrire perché quanto a  mangiarne una passeranno mesi...è meglio pensare a oggi, al " carpe diem",  all´agguantare la vita con i suoi colori magici del tramonto e poi   "inch´allah " (a Dio piacendo) domani sarà migliore..

M.