Palestina - Diario da Gerusalemme
Venerdì pomeriggio non è il giorno migliore per stare a Gerusalemme, dalle 14 infatti inizia lo Shabbat, le strade si svuotano e la maggior parte dei negozi abbassa le saracinesche. Nonostante questo, decido di farmi una passeggiata in centro, Ben Yehuda Boulevard, di solito sempre piena di musica e vita, è quasi deserta, qualche passante incede con aria frettolosa, rari gruppetti di persone camminano lentamente parlottando a bassa voce.
Intervista a Hafez H.
Intervista a Hafez H.
Portavoce palestinese del South Hebron Hills Committee
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Diario di un volontario da At Tuwani - Palestina
Nutrire la speranza – agosto 2008
-Sayyara, mish Gish!- Ci tranquillizza Somaja, senza voltarsi. Noi siamo già tutti scattati in piedi per prendere le telecamere e andare a controllare. Abbiamo appena sentito il rumore di un automezzo che si avvicina sulla strada di terra polverosa e pietre.
Le poche parole di dialetto arabo-palestinese che conosco mi bastano per capire quello che la nostra vicina di casa ci sta dicendo: "E' una macchina, non è l'esercito!". Somaja è a piedi nudi, il viso chiazzato di terra, e gioca nel nostro cortile, di fronte alla baracca dove abitiamo.
Immagini di un viaggio
"Un viaggio pericoloso: la violenza dei coloni contro gli scolari palestinesi sotto scorta militare"
Un rapporto di Christian Peacemaker Teams (CPT), Operazione Colomba e Humanity Together
“Di solito iniziamo a camminare da Maghaer al-Abeed, e poi a Tuba, e poi agli allevamenti di polli. E la’ aspettiamo i soldati. La' arrivano i coloni. I coloni provano ad investirci con l'auto. I coloni a volte ci prendono, ci colpiscono con le pietre e ci buttano a terra. I coloni hanno facce coperte e hanno bastoni. I soldati guidano davanti a noi, i coloni ci inseguono da dietro e ci lanciano le uova. I soldati vanno in fretta. Noi gli chiediamo: "Piano, per favore guidate piano". E loro dicono di no, "Andate veloci".
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