SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di maggio è iniziato con un’escalation del conflitto fra Gaza e Israele.
Il 3 maggio, l’uccisione di un soldato israeliano e di due attivisti palestinesi ha innescato una reazione a catena. I lanci di razzi da parte di Gaza e  gli attacchi aerei israeliani hanno causato la morte di 23 palestinesi e 4 israeliani.
Le tensioni si sono poi abbassate il 6 maggio grazie alle mediazione egiziana.
A partire dal 14 maggio, Israele ha ospitato la sessantaquattresima edizione di Eurovision, nonostante la chiamata al boicottaggio e le proteste di molti attivisti israeliani e internazionali sia prima che durante il contest (ad esempio, i cantanti islandesi hanno esibito la bandiera della Palestina, causando molte polemiche).
Il 29 maggio è risultato chiaro che il Paese dovrà andare a nuove elezioni, poiché il primo Ministro Netanyahu non è riuscito a formare un governo di coalizione entro il tempo stabilito.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di aprile si apre con le tanto attese elezioni in Israele. All’indomani del voto i risultati sembrano incerti, segnando un testa a testa tra il partito Likud guidato da Benjamin Netanyhau e il partito “il Blu e il Bianco” guidato dall’ex capo dell’esercito Benny Gantz. Lo spoglio conferma la situazione di equilibrio, ma il Primo Ministro uscente ha dalla sua l’appoggio delle liste di destra e risulta vincitore. Nei giorni successivi al voto il Presidente israeliano Rivlin affida l’incarico per formare un nuovo governo a Netanyahu. La nuova Knesset fa il suo giuramento il 30 aprile, mentre nei primi giorni di maggio il riconfermato (per la quinta volta) Primo Ministro presenterà una squadra di Governo.
L’OCHA OPT (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs in the Occupied Palestinian Territories) riporta che nel mese di aprile in Cisgiordania sono stati feriti dall’esercito israeliano circa 405 palestinesi. L’incidente più grave si è registrato nella città di Hebron il 9 aprile dove 350 palestinesi, per la maggior parte studenti, hanno inalato gas lacrimogeni lanciati all’interno di una scuola maschile a seguito di scontri nell’area.

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SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di marzo ha portato con se la tensione del periodo elettorale: soprattutto il Likud, partito di Benjamin Netanyahu, favorito per la vittoria alle elezioni, ha fatto parecchie dichiarazioni favorevoli a gruppi di coloni estremisti nazional-religiosi (Link 1, 2, 3) con il fine di conquistare la più larga fetta di elettorato possibile. Questo ha portato ad un evidente escalation di violenza che ha coinvolto la maggior parte dei territori palestinesi occupati.
Anche nelle prime settimane si sono registrati arresti, raid, uccisioni e diverse demolizioni su tutta la west bank e la striscia di Gaza: secondo dati OCHA OPT dall’inizio del 2019 al 26 marzo sono stati uccisi 29 Palestinesi e 4326 feriti; 146 strutture demolite e 235 persone sfollate.
Il mese è proseguito con il massiccio bombardamento della Striscia dopo che un razzo ha colpito una casa nella città di Tel Aviv. Oltre 30 edifici sono stati distrutti lasciando numerose famiglie senza casa. Si contano diversi feriti.

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SITUAZIONE ATTUALE

A febbraio, durante la 40° sessione ordinaria del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, è stato pubblicato il rapporto della Commissione di inchiesta istituita dal Consiglio relativa alle dimostrazioni nella Striscia di Gaza iniziate il 30 marzo 2018. La Commissione ha rinvenuto “ragionevoli motivi per ritenere che l’uso della forza letale da parte delle forze israeliane sia stato illegale [...] uccidendo e mutilando dimostranti palestinesi che non costituivano una imminente minaccia letale o di grave lesione ad altri al momento di essere sparati, né partecipavano direttamente in ostilità”, integrando così possibili crimini di guerra e contro l’umanità che dovranno essere investigati da Israele in forma indipendente e in tempi celeri.

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SITUAZIONE ATTUALE

L’inizio del nuovo anno in Israele e nei Territori Occupati Palestinesi ha portato con sé importanti dichiarazioni del Governo israeliano in un clima di accesa campagna elettorale in vista delle prossime elezioni di aprile.
Al fine conquistare la più larga fetta di elettorato possibile l’attuale Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che, sotto la sua guida, “non ci saranno più ostacoli alla costruzione di insediamenti”. Lo ha detto il 28 gennaio dalla colonia israeliana parzialmente evacuata di Netiv Ha'avot, affermando che la demolizione di quelle case è stata "una disavventura". (Ricordiamo che le colonie israeliane in Palestina sono considerate illegali dal Diritto Internazionale ma legali dal Diritto israeliano; gli avamposti, illegali sia secondo il Diritto Internazionale sia secondo il Diritto israeliano).

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