SITUAZIONE ATTUALE

In Israele continuano ormai da circa dieci settimane le proteste contro il premier Benjamin Netanyahu accusato di corruzione, frode e abuso di potere.
Il 13 agosto Israele ed Emirati Arabi Uniti hanno firmato un Accordo di pace e di normalizzazione dei rapporti diplomatici. I due Paesi hanno instaurato rapporti bilaterali che abbracceranno tutti i settori dagli investimenti e il turismo alle telecomunicazioni e la sicurezza. In cambio Netanyahu ha congelato l’annessione di parti della Cisgiordania. Come conseguenza, il presidente dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, ha provveduto al ritiro del rappresentante diplomatico ad Abu Dhabi.
L’Accordo fra i due Paesi si mostra come l’ennesima prova di quanto la questione palestinese sia accantonata nella geopolitica internazionale: se prima la condizione necessaria era la creazione di uno Stato palestinese, ora è sufficiente la promessa di non procedere con l’annessione di parti della Cisgiordania.
Il mese di agosto ha registrato un intensificarsi delle ostilità tra la Striscia di Gaza e Israele.

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SITUAZIONE ATTUALE

Luglio caldo in Israele. Per tutto il mese migliaia di manifestanti sono scesi in piazza contro il primo Ministro Benjamin Netanyahu.
Gli israeliani protestano contro la cattiva gestione dell’epidemia Covid-19 da parte del governo e il suo tragico impatto sull’economia del Paese. La seconda ondata di casi ha visto il suo picco il 22 luglio con 2032 infetti in sole 24 ore. L’economia che non era ancora decollata dall’inizio della pandemia è ancora più colpita e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 21%.
Nelle ultime settimane l’emergenza Coronavirus non era stata tra le priorità del governo, alle prese con il processo per frode e corruzione di Netanyahu che si celebrerà a partire dal prossimo gennaio, l’annunciata annessione di parti della Cisgiordania, ora rinviata a data da destinarsi, e le tensioni innescate con l’omicidio di Eyad Hallaq da parte della polizia israeliana lo scorso maggio.
Per quanto etichettati dal governo come “anarchici” o “di sinistra”, il gruppo dei manifestanti è molto variopinto.

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SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di giugno, in Israele, i principali argomenti di cui si è parlato riguardano l’imminente annessione, programmata per il 1° luglio 2020, e una nuova ondata di Covid-19 che ha colpito il Paese.
Come dichiarato da Benjamin Netanyahu, nuovamente Primo Ministro di Israele (ora a processo per frode dinnanzi alla Corte israeliana), la data di inizio per il procedimento di annessione dei Territori Occupati è il 1° luglio. Durante tutto il mese di giugno, si è discusso più volte di quale siano i termini di questa annessione, in quanto non vi è un preciso piano di cosa essa dovrebbe comprendere, e quali effetti potrebbe portare. Da un’iniziale proposta di annettere quasi tutta la Valle del Giordano e diverse zone in Area C, le ultime indiscrezioni vorrebbero l’annessione comprendere solo i più grandi insediamenti in Palestina: tra questi, quello di Gush Etzion e di Ma’ale Adumim, diminuendo quindi in maniera importante le zone che sarebbero ipoteticamente annesse.

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SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di maggio in Israele è stato formato il nuovo Governo di unità nazionale, presentato alla Knesset il 17, il primo dopo oltre un anno di stallo e tre tornate elettorali.
Il Governo, unitosi per l’emergenza Covid-19, sarà guidato da Netanyahu per i primi 18 mesi, mentre l’ex capo di stato maggiore Benny Ganzt, leader del partito Blu-Bianco, gli succederà nel novembre 2021.
Oltre a far fronte alla pandemia, il nuovo Governo ha da subito espresso la sua decisione nel compimento di un altro obiettivo: l’annessione di parte dei territori occupati palestinesi entro l’estate.
Il piano proposto da Netanyahu, ma ancora in discussione, prevederebbe il “trasferimento della sovranità israeliana” in circa il 20% della Cisgiordania, annettendo le colonie israeliane nella Valle del Giordano. La città di Gerico e i suoi dintorni sarebbero esclusi dall’annessione e ridotti ad un’enclave.

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SITUAZIONE ATTUALE

Durante il mese di Aprile in Israele sono continuate le consultazioni governative per la formazione di un nuovo Governo di unità nazionale. Dopo la decisione del Presidente di non rinnovare l’incarico a Benny Gantz, Rivlin ha deciso di concedere ancora 21 giorni (che si concluderanno i primi giorni di Maggio) per permettere ai due leader, Benjamin Netanyahu del Likud e Gantz di Blu e Bianco, di trovare un accordo, prima di indire nuove elezioni, le quarte in poco più di un anno.
Connesso alle elezioni, in Israele si è continuato a discutere del piano di annessione della Valle del Giordano che Netanyahu ha portato avanti durante la campagna elettorale: una porzione importante di quella che secondo gli Accordi di Oslo viene definita Area C (ossia un’area della Cisgiordania sotto controllo civile e militare israeliano), la Valle del Giordano, diventerebbe parte dello Stato di Israele.

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