Colombia

Ribadire ciò che è ovvio non sempre è inutile.
La guerra fa paura.
Me lo ha ribadito, oggi più che mai, un combattimento di 5 minuti – solo 5 lunghi minuti – avvenuto a poche centinaia di metri da dove ora sto scrivendo.

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Colombia

Provate voi, a far sedere attorno ad un unico grande tavolo di pietra una decina di vecchietti, 4-5 uomini soli, un ragazzo tetraplegico ed una madre iperprotettiva. Vi assicuro che non è un'impresa semplice come possa sembrare. L'organizzazione inizia con una richiesta, con una voglia di golosità e condivisione, di Viviano. Viviano – Pino per molti – è un vecchino magro magro, sempre allegro un poco ricurvo sotto il capello di paglia, 83 anni di lavoro portati benissimo.

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Colombia

Sono qui, che assisto ad un funerale, circostanza che a prescindere dal contesto, causa in me non pochi conflitti interiori e apre ferite ancora fresche nonostante il tempo passato. Perché a volte pensiamo che il tempo possa cancellare, guarire le nostre ferite, ma non è così...o almeno...non lo è sempre. Le ferite profonde non se ne vanno, restano; e il tempo ti permette solo di imparare a conviverci, nulla più.

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Colombia

E. è scappata dalla caucatera, la piantagione di cacao, di corsa con i bambini. Ha sentito delle voci, dei rumori tra le piante, qualcuno fischiare. Si è spaventata, e ora sta camminando con noi verso il paese; tornerà a casa sua fra qualche giorno, se la situazione si sarà calmata.
Chi o che cosa l'abbia spaventata, questo non è chiaro. Potevano essere dei contadini in cammino sulla proprietà, poteva essere chiunque.

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Colombia

«¡Vamos, que pasado mañana subimos otra vez!»
Dai andiamo, dopodomani siamo tutti di ritorno, sono due giorni, forza! Lasci perdere i panni stesi, señora! Señor, il cacao non marcirà in questi due giorni, ¡Vamos!
Signor R., salga sulla mula, prendo io il bastone, lei prenda suo nipote, il bambino non ha neanche due anni. Dai forza andiamo!

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