Un tappeto di scarpe sparse sul pianerottolo accoglie il nostro arrivo alla visita di oggi; dal numero e dalle forme si può intuire che deve trattarsi di una famiglia numerosa e con molti bambini. Non facciamo in tempo a fare una stima delle presenze nell’appartamento che la porta ci si spalanca davanti. Nella penombra del corridoio scorgiamo piccole sagome che corrono con passo insicuro da una stanza all’altra, eccitate da questa visita mattutina.

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Dalla presenza di Operazione Colomba, Tel Abbas, Libano
Si chiama Civil March for Aleppo, è nata informalmente sui Social Network ed è partita 7 mesi fa da Berlino. L’idea era semplice quanto ambiziosa: percorrere a piedi gli oltre 3000 Km che separano la capitale tedesca da Aleppo, città simbolo della guerra siriana. Oltre duemila persone hanno aderito all’iniziativa, percorrendo in direzione contraria la stessa rotta che i profughi siriani usano per arrivare in Europa.
I partecipanti si sono dati il cambio nelle diverse tappe, attraversando Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia, Grecia, Turchia e Libano, per incontrare migliaia di persone lungo la strada, diffondendo il proprio messaggio di pace e di sostegno per la popolazione siriana. 

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A metà giugno a Tel Abbas, nel parchetto della parte cristiana, si è tenuta la prima formazione per volontari della Colomba in Libano.
Hanno partecipato 7 persone, tra italiani, francesi, giapponesi e olandesi, nessun libanese, purtroppo.
Rispetto alla formazione che facciamo in Italia la differenza era nel fatto che più o meno tutti erano già stati a visitare la presenza al campo, quindi abbiamo approfondito la storia della Colomba, alcuni elementi di nonviolenza e di spiritualità, la conoscenza delle altre presenze.

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La vicenda di Musaab ci ha travolto come un'onda più alta di noi...
Normalmente accompagniamo persone che hanno paura di essere arrestate o che non sanno come accedere alle cure a cui hanno diritto; nel caso di Musaab sembrava impossibile trovare i soldi per curarlo perché partisse per affrontare in Italia una operazione di trapianto di midollo molto difficile e rischiosa.
Ogni giorno abbiamo avuto paura che morisse per mancanza di cure e ogni giorno è arrivato un aiuto, da cento diverse direzioni.

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“Abbiamo bisogno di sostegno per garantire a Musaab assistenza e cure, che in Libano sono costosissime, fin quando non partirà per l'Italia”.

Questo l'appello lanciato alcuni giorni fa da Alberto Capannini, referente in Libano di Operazione Colomba, il Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Musaab Kalash è un profugo siriano di 13 anni affetto da anemia aplastica, una forma letale di leucemia che necessita di trapianto del midollo.

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