Ero convinta di dover cercare un equilibrio.
Nei primi giorni infatti mi sforzavo a calibrare, misurare, pesare e analizzare ogni singolo avvenimento, incontro, persona.
Poi mi è tornato tutto in mente, è un'intuizione che ciclicamente torna, non si può nemmeno più chiamare intuizione oramai è un memo, uno di quei post-it che attacchi sul frigo (i primi giorni ti è utile per ricordare, poi ci fai l'occhio e non serve più a niente, il suo colore non attira più la tua attenzione).

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In Senegal quando muore un anziano si dice "è una biblioteca che brucia".
È proprio così...
Anche questi nonnetti sono così saggi, così umili, dicono la parola giusta al momento giusto.
Adoro ascoltarli, starei le ore con loro talmente sono teneri!

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Vi scrivo queste parole dalla tenda di un campo profughi a nord del Libano, a pochi km dalla Siria. Sono qui con M., A. e MC, insieme facciamo parte di Operazione Colomba, un Corpo Civile di Pace.
Vorrei poter donarvi tutte le scoperte, i nuovi sentimenti e la vita che vedo qui, ma per farlo dovrei farvi vedere anche la fatica che è d'obbligo fare per vedere la vita pura, per vivere in verità. È per questo che vi chiedo di ascoltare queste parole, lasciando per un attimo ogni vostra paura, pregiudizio e conoscenza, solo per poco abbandonatevi all'ascolto e date uno sguardo fuori da questa tenda.

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Non so perché, ma è una delle immagini che per prime mi saltano in mente quando lascio la testa libera di tornare a Tel Abbas.
Abudi e Abudi hanno quasi lo stesso nome, quasi la stessa età.
Abdelrazak viene da Aleppo,  ha quattro fratelli più grandi e quattro più piccoli, lui sta proprio nel mezzo. Ha grandi occhi nocciola come quelli di sua mamma e di molti suoi fratelli, un sorriso atomico.

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Rifugio è calore, è sentirsi al sicuro. È abbraccio che stringe e non soffoca. È sapere di poter stare. Non essere da solo. È aver avuto paura e non averne più. Con che coraggio abbiamo smesso di chiamarle persone e cominciato a chiamarli rifugiati, senza neanche preoccuparci che ce l’avessero davvero, un rifugio?
Siamo così abituati a pensarci invincibili che diamo per scontato di essere noi i salvatori del mondo.

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