
“...se rimaniamo in silenzio ci uccidono e se parliamo, lo stesso. Quindi, parliamo”.
(Cristina Bautista, leader indigena assassinata nell’ottobre del 2019)
Lo scorso 23 marzo la Comunità di Pace di San José de Apartadó ha festeggiato i suoi ventiquattro anni di vita e di lotta. Una resistenza senza eguali quella della Comunità di Pace capace di trasformare in speranza il dolore di un conflitto che da anni segna corpo e anima di questi contadini e contadine.
Anche quest’anno hanno ripercorso alcune tappe della loro storia con la lettura della costituzione della Comunità, con le canzoni che rimbalzavano note di resilienza e sacrificio, con il loro inno che sin dall’alba riecheggiava tra le colline e con le parole di chi non c’è più, parole registrare anni or sono durante interviste spesso in Paesi lontani, con microfoni gracchianti che non hanno impedito però che si sentissero chiare e ben definite le parole: giustizia, pace e verità.
Anche quest’anno la gente si è raccolta al portone d’ingresso stringendo tra le mani ed il petto le foto di chi ha dato la vita per questo sogno di libertà; tutti insieme hanno raggiunto i luoghi dove ancora una volta in questi ultimi mesi sono state uccise delle persone innocenti. Persone che non erano della Comunità ma che meritavano una preghiera, un pensiero… perché l’oblio uccide due volte.