Lunedì 24 maggio 2021, il Comitato Permanente sui Diritti Umani nel mondo della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, presieduto dall’On. Laura Boldrini, ha ricevuto in audizione rappresentanti dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – Operazione Colomba, Juan Camilo Zuluaga del Nodo Italia a sostegno della Commissione della Verità, Simona Fraudatario del Tribunale Permanente dei Popoli, Giovanna Martelli già deputata e Francesco Martone già senatore e portavoce della rete “In Difesa Di”, per riferire sulla situazione dei Diritti Umani in Colombia.

“Ritengo che in queste circostanze sia sempre utile anche che i deputati e le deputate possano andare direttamente nei luoghi e avere interlocuzioni con le istituzioni, con la società civile e fare un’azione di pressione diretta. Vi ringrazio di averci dato la possibilità di ascoltare da voi le istanze. Vi siamo vicini. Vi ringraziamo per quello che fate, per come lo fate e spero che riusciremo ad avere una buona sinergia perché è importante lavorare insieme, istituzioni e società civile” commenta alla fine dell’audizione l’On. Boldrini.

Da tre mesi accompagno la Comunità di Pace di San José de Apartadò in Colombia. E questo è ciò che per me significa "accompagnare".

Innanzitutto, accompagnare è rimanere informati.

Leggo, mentre bevo il caffè, le notizie sulle manifestazioni di protesta che in questi giorni inondano le città colombiane. Ogni mattina mi preoccupo e sconvolgo per la repressione violenta attuata contro chi chiede "Cambiamento".

39 omicidi[1] presumibilmente commessi da membri delle forze dell’ordine
379 desaparecidos[2]
16 casi di violenza sessuale[3]

Accompagnare è anche, e soprattutto, una presenza partecipata e coinvolta; in altre parole: condivisione quotidiana.

Vado a trovare Brigida nel suo patio rigoglioso di piante. Porto con me l'uncinetto, il filo di lana verde e l'astuccio che sto creando. Approfitto del suo esser guida per chiederle consiglio riguardo il mio lavoro. Ci vuole pazienza nello sciogliere le centinaia di nodi compiuti per poi ripartire, nodo dopo nodo, a causa di un singolo errore commesso alcuni strati prima. Ma la soddisfazione nel vedere la tua opera crescere, ordinata e compatta, è grande.

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La bandiera della Colombia, dove il colore giallo rappresenta la ricchezza del Paese, l’azzurro l’acqua che possiede e il rosso il sangue versato per l’indipendenza, è, dal 28 aprile scorso, esposta capovolta da parte di migliaia di colombiani, come forma di protesta pacifica per richiamare l’attenzione della comunità internazionale su quanto sta avvenendo nel Paese.
Una espressione davvero forte e inedita.
Continuano infatti le manifestazioni in Colombia e purtroppo continua anche la violenta repressione.
Le organizzazioni non governative Indepaz e Temblores hanno inviato alla Commissione Interamericana per i Diritti Umani un report sulle diverse forme di violenza da parte della polizia denunciate dalla cittadinanza.
Nel loro ultimo comunicato, pubblicato lo scorso 13 maggio 2021, si registrano 2110 casi di violenza da parte della polizia che non tengono conto delle persone date per desaparecidos.

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Mi chiameranno sovversivo: e io gli dirò:” lo sono. Per il mio popolo in lotta, vivo. Con il mio popolo in marcia, cammino”. (Padre Casaldàliga)

Da diversi giorni migliaia di cittadini colombiani si sono riversati sulle strade delle principali città del Paese per marciare pacificamente ed esprimere il loro dissenso alla riforma fiscale. La riforma rappresenta una vera e propria ghigliottina per tante famiglie che già stanno pagano da un lato le conseguenze economiche della pandemia e dall’altro la violenza contro i leader sociali ed ambientali per mano delle strutture neo-paramilitari, della dissidenza delle ex FARC-EP e della guerriglia dell’ELN che controllano varie zone del Paese e non permettono di vivere in pace.
Le proteste sono apparse fin da subito come la continuità di quel grido di giustizia sociale e di diritto che era iniziato giusto qualche mese prima della pandemia in Cile come in Colombia.

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“Credo che questa sessione del Tribunale sia stata caratterizzata da udienze molto dolorose ma anche molto stimolanti nel senso di una presa di coscienza del proprio vissuto”.

Arrivato a San Josecito della Dignidad per celebrare la Via Crucis durante il Venerdì Santo e dopo aver bevuto un tintico (caffè) a casa di Operazione Colomba (OC), abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il Sacerdote gesuita colombiano Javier Giraldo, teologo e difensore dei Diritti Umani, sulla 48a sessione del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) che si è svolta in Colombia nei giorni 25, 26 e 27 marzo.

OC: Cos’è il TPP?

JG: il TPP è stata una idea nata negli anni ‘60 quando si stava combattendo la guerra del Vietnam nella quale vennero utilizzate tutte le armi proibite universalmente, bombardamenti e distruzioni di popoli interi nel silenzio internazionale.

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