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Qui al campo una delle prime sensazioni e di non sentirsi mai l'ultimo arrivato.
Tutti accolgono il volontario come se avesse sempre fatto parte della loro famiglia.
E non importa se non ti conoscono bene o tu non parli bene la loro lingua.
Vogliono che si instauri subito un rapporto di fiducia, perchè tu possa essere attento ad ascoltare i loro vissuti, e ad entrare silenziosamente nella loro quotidianità.
“Si sono stato dalla polizia, volevano prendere le mie impronte digitali. Poi mi hanno picchiato, bendato e messo con la faccia contro il muro per 5 ore”.
Così ieri sera ci confida Abu Arun dopo averci offerto una buonissima cena.