
“Gli occhi che piangono di più sono anche quelli che vedono meglio…” (Victor Hugo)
Per il mondo cattolico, ottobre è il mese “missionario”, dedicato a chi, religioso o laico, donna o uomo e di ogni età, dona la propria vita per compiere un mandato in qualsiasi parte del mondo, ma spesso fuori dalla Patria di origine.
Mi piace però pensare alla parola “missione” in una prospettiva ancora più ampia, dove non esistono luoghi o spazi o competenze precise per svolgerla, ma, semplicemente, si faccia missione laddove c’è una sfida, dove alberga un’ingiustizia, dove venga violato un diritto.
Così ognuno di noi troverebbe la sua missione molto facilmente e ciò di cui avrebbe bisogno non sarebbe un abito, una professione o una abilità specifica, ma solo tanto coraggio e coerenza.
Sarebbe troppo pensare che, così facendo, cambieremmo il mondo?
Credo di no, perché significherebbe che tutti, ma proprio tutti, almeno una missione di giustizia la potremmo compiere nella nostra vita.
E ancora di più mi piace pensare e sperare che, anche fin da bambini, si possa essere protagonisti di un cambio di rotta che faccia approdare l’umanità verso l’accoglienza e la tenerezza.