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Situazione attuale
La violenza, che pare non dia tregua e che riflette tutta la fragilità di un percorso alla ricerca di una vera pace, ha portato ancora dolore in molte famiglie colombiane. In particolare, l’assassinio di Phanor Guazaquillo Peña, leader indigeno Nasa della regione del Putumayo, molto noto e stimato, ha riempito di orrore tutti coloro che lo conoscevano, compresi i volontari e le volontarie di Operazione Colomba. Phanor era un governatore indigeno, impegnato nella difesa dell’ambiente e dei Diritti Umani, e faceva parte di Conpazcol (Associazione Comunità Costruendo Pace in Colombia).
Anche la regione del Cauca è stata colpita in questo mese da omicidi selettivi di leader e persone che difendono i Diritti Umani: ben 3 vittime in un massacro avvenuto a inizio dicembre.
In questo anno, secondo il report di Indepaz, sono stati 188 i leader sociali e i difensori dei Diritti Umani assassinati nel Paese, mentre sono stati 44 i firmatari dell’Accordo di Pace uccisi. Il panorama più preoccupante si registra nelle regioni del Cauca, di Antioquia, del Nariño e della Valle del Cauca.
Come sentenziato dalla Corte Costituzionale, lo Stato colombiano ha fallito nella protezione dei leader sociali. L’organo ha dichiarato incostituzionale la situazione attuale dove “c'è discrepanza tra la persistente, grave e generalizzata condizione di violazione dei Diritti Umani fondamentali a danno della popolazione che si batte per difenderli”.
Nel frattempo, il processo di pace tra il governo nazionale e l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) procede. Il quinto ciclo di colloqui di pace si è svolto a Città del Messico, dove le parti hanno raggiunto sei accordi che rafforzano l'impegno per la pace. Durante la chiusura di questo ciclo di dialoghi, il gruppo guerrigliero ha accettato di smettere di usare i rapimenti come mezzo di finanziamento.