
Sono grata per i momenti di “grazia”, in cui i veli di pregiudizi, giudizi e incomprensioni sopra le persone vengono sollevati e si mostrano altre parti di loro che erano sconosciute e non contemplate fino a quel momento.
Con lei è successo così.
Il velo è sollevato grazie ad un invito a cena un po’ inaspettato, giudicato da me con malizia per dovere di facciata, e ci ritroviamo qui a riconoscere H., donna che ha sulle spalle 4 figli (una quinta si è sposata già da minorenne) e si è vista portare via il marito dai militari siriani; è rimasta da sola, sfollata tra gli sfollati di Homs.
Il figlio, unico maschio in casa, ci racconta di come a 7 anni è entrato in casa della zia e ha trovato tutti morti.
La sorella, che aveva pochi anni in più, racconta di come ha camminato su corpi e corpi morti da un bombardamento, mentre scappavano dall’ennesimo rifugio che avevano trovato.
Il figlio a pochi metri di distanza da sé ha visto cadere un razzo su una signora incinta che portava un passeggino, vedendola letteralmente esplodere... il figlio in grembo morto per terra subito dopo.