Davanti a noi, ad un tavolo di dialogo a Ginevra con le Nazioni Unite, un ragazzo, un attivista, in arabo, spiega al delegato perché è fondamentale che ci sia una dichiarazione ufficiale dell'ONU di denuncia delle deportazioni e arruolamenti forzati di siriani dal Libano alla Siria.
Quasi in lacrime spiega: se non lo farete, senza una vostra denuncia, le deportazioni continueranno e saranno accettate come qualcosa che si può fare, di lecito. E altri, in altre parti del mondo, lo faranno.
Una idea semplice giusta e comprensibile. Espressa come una supplica, una preghiera verso un dio, la comunità internazionale, che forse non esiste.

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