“Non riesco a respirare”, sono le sue ultime parole, dopo più di 5 minuti George Floyd, cittadino nero di Minneapolis, fermato per uso di denaro (20 dollari) falso. Schiacciato sotto il peso delle ginocchia di un poliziotto non ha più aria, il giorno dopo muore.
Attorno le persone urlano al poliziotto di fermarsi, che George non respira e perde sangue.
Dal giorno stesso “non riesco a respirare” è diventato l’urlo che risuona nelle manifestazioni delle principali città americane: la risposta sono repressione, arresti, coprifuoco, poi ancora saccheggi da parte di bande di criminali, il governo minaccia l’intervento dell’esercito contro la stessa popolazione americana.

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