Situazione attuale

Il mese di aprile si è aperto con l’inizio del Ramadan; come tutti gli anni, anche questa volta Gerusalemme è stata teatro di violenti attacchi sui civili palestinesi da parte della polizia israeliana. In particolare, il 15 e il 17 aprile le forze dell’ordine israeliane hanno fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa e costretto i palestinesi presenti ad evacuare. La polizia ha utilizzato granate, gas lacrimogeni, sparato proiettili di gomma e picchiato i palestinesi presenti, inclusi donne, bambini, giornalisti e personale medico. Un totale di 180 palestinesi, tra cui 27 bambini e 4 donne, sono rimasti feriti. Inoltre, il 15 aprile le forze israeliane hanno arrestato 470 palestinesi, inclusi 60 bambini.
In seguito alle tensioni e alle violenze verificatesi a Gerusalemme, il 19 aprile sono stati sparati alcuni razzi dalla Striscia di Gaza verso il sud di Israele, intercettati dal sistema di difesa aereo israeliano. In risposta, durante la notte Israele ha bombardato Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Successivamente anche la notte del 21 aprile Israele ha bombardato un quartiere nel centro della Striscia.
Il 7 aprile un palestinese di Jenin ha sparato e ucciso due israeliani e feriti altri dieci durante un attacco a Tel Aviv. In risposta, il 9 aprile il generale Ghassan Alian, capo del COGAT, ha annunciato il blocco di Jenin e l’inizio di azioni punitive. Nelle prime due settimane di aprile, Jenin è stata teatro di numerosi raid e attacchi da parte delle forze dell’ordine israeliane, durante i quali 6 palestinesi sono rimasti uccisi. In generale, dopo gli attacchi terroristici a Tel Aviv di marzo e aprile, le operazioni militari israeliane sono aumentate in modo significativo in tutta la Cisgiordania: 14 palestinesi, inclusi 3 minori, sono stati uccisi dalle forze di occupazione.

Leggi tutto...

Situazione attuale

Nel mese di marzo ci sono stati 3 attentati in zone diverse di Israele: a Hadera nel nord con 2 vittime, a Beersheva con 4 morti e infine il 30 marzo a Tel Aviv con 5 vittime. In risposta a questi episodi, il premier israeliano Naftali Bennett ha annunciato l’inasprimento delle misure di pubblica sicurezza. La sera stessa ci sono stati scontri a Jenin, Ramallah e Nablus, e nei campi profughi delle principali città.
Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato i risultati di una ricerca dell’associazione contro l’occupazione Breaking the silence, secondo la quale i militari israeliani di stanza nelle colline a sud di Hebron starebbero raccogliendo dati sensibili sugli attivisti per i Diritti Umani presenti nell’area, con una particolare attenzione per quelli europei. L’obiettivo sarebbe quello di identificare gli attivisti, fotografando i loro passaporti e i loro volti, e schedarli nel sistema denominato Blue Wolf (che raccoglie già i dati sensibili per monitorare i cittadini palestinesi), in modo da impedire direttamente l’accesso al Paese all’arrivo all’aeroporto.

Leggi tutto...

Situazione attuale

Con la riapertura dei confini di Israele ai turisti e ai viaggiatori, a febbraio siamo riusciti ad aumentare la presenza dei volontari di Operazione Colomba sul campo. Con l’occasione abbiamo iniziato a fare un’analisi più approfondita dell’attuale situazione dal punto di vista dei Diritti Umani, oltre a ricominciare più sistematicamente gli accompagnamenti ai pastori e agli agricoltori sulle proprie terre, e il monitoraggio della scorta che accompagna i bambini che vanno a scuola ad At-Tuwani.

Leggi tutto...

Situazione attuale

All’inizio di gennaio Israele ha riaperto i confini per turisti e viaggiatori vaccinati contro il Covid-19, mentre nel Paese si sta somministrando alla popolazione la quarta dose.
Le restrizioni di movimento verso Israele, purtroppo, hanno limitato la permanenza in loco dei volontari, che si sono dovuti adeguare ad una riorganizzazione della presenza con un andamento intermittente. Tuttavia, il monitoraggio dei volontari sulle violazioni dei Diritti Umani nelle Colline a Sud di Hebron è potuto proseguire, anche grazie alla collaborazione con gli attivisti locali, palestinesi e israeliani, che hanno contribuito a fornire informazioni di prima mano su ciò che è accaduto sul campo.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nel pomeriggio del 5 gennaio, l’esercito israeliano è entrato nel villaggio palestinese di Umm al-Khair nella regione del Masafer Yatta, nelle Colline a Sud di Hebron, per confiscare alcune automobili palestinesi non registrate. Un anziano abitante del villaggio, Haj Suleiman al-Hathaleen, ha cercato pacificamente di impedire ai soldati di portare via i veicoli, quando un carro-attrezzi della polizia israeliana lo ha investito, provocandogli gravi ferite su tutto il corpo. Nessuno dei militari si è fermato a soccorrerlo, lasciandolo in fin di vita. L’anziano attivista, purtroppo, è morto dopo qualche giorno di degenza in condizioni gravissime in ospedale. Ai suoi funerali hanno partecipato centinaia di persone e attivisti, per ricordarne l’azione nonviolenta e la risolutezza della resistenza.

Leggi tutto...

Situazione attuale

Nel mese di dicembre Israele ha nuovamente chiuso le proprie frontiere agli stranieri a causa della nuova variante Covid-19 denominata Omicron, cosa che potrebbe portare ulteriori ripercussioni al personale delle organizzazioni internazionali di Diritti Umani che operano nel Paese  ed in Palestina.
Il 6 dicembre il Governo israeliano ha bloccato la costruzione di una nuova parte degli insediamenti a Gerusalemme Est, che avrebbero portato alla demolizione di nuove strutture nei quartieri di Silwan e di Sheik Jarrah, dove si voleva costruire un parco tematico ispirato agli avvenimenti biblici del Vecchio Testamento.
Da segnalare, infine, le visite del Ministro degli Esteri israeliano in Egitto e negli Emirati Arabi Uniti, in vista di nuovi rapporti economici.
Il 22 dicembre, Israele ha iniziato la somministrazione della quarta dose del vaccino Pfizer agli ultra ottantenni, abbassando poi la fascia fino all’età di 60 anni.

Leggi tutto...